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Leoni e Macchi: “Così è nato il Giro d’Italia Handbike”

Quando si parla di Giro d’Italia, occorre specificare: oltre al tradizionale, storico giro dello stivale su due ruote, che ha visto tanti sportivi appassionarsi ed emozionarsi per le gesta di campioni come Coppi, Bartali, Pantani, Bugno…., da circa tre anni a questa parte, dobbiamo parlare anche del Giro d’Italia Hanbike. Una corsa a tappe che interseca varie città italiane, riservata ad atleti disabili, che corrono e sudano con la handbike, appunto, la bicicletta spinta con la forza delle braccia. Uno su tutti, che ha reso celebre questo sport è stato ed è Alex Zanardi, campione di sport e di carisma. Il Giro d’Italia Handbike è una manifestazione sportiva che sta prendendo piede… pardon… pedale e che ogni anno si arricchisce con nuovi tracciati e nuovi iscritti. Paracyclingworld.it ha contattato gli ideatori di questo evento il Patron Andrea Leoni e la presidentessa Maura Macchi.

Partiamo dall’inizio: come è nata l’idea di organizzare il Giro d’Italia handbike?

Andrea Leoni: “È nata per gioco una sera del giugno 2009. Io ero appena rientrato dal Giro d’Italia Professionistico – per il quale collaboro come direttore della carovana pubblicitaria – e Maura aveva da pochi giorni organizzato una gara di HandBike a Somma Lombardo. Quell’anno la Federazione Ciclistica Italiana aveva preso al suo interno anche le pratiche paralimpiche fino ad allora gestite dal C.I.P.. Su questa scia e visto che per le altre discipline esisteva già un “Giro d’Italia” (professionisti, Donne e Under23, ndr), ho lanciato l’idea a Maura, la quale non ha fatto passare troppo tempo e in poco tempo eravamo già pronti con un team di persone pronte a darsi da fare per mettere in piedi un qualcosa che ancora non esisteva”.

Maura Macchi: “È stata proprio un’idea colta al balzo. E dopo aver fatto un paio di telefonate ad amici ho creato quella che ancora oggi è la squadra che lavora per il Giro. Prima però di mettere in piedi tutto il lavoro da fare mancava un’ultima cosa non meno importante, quelli che in lombardo chiamiamo i “danè”…i soldi. Non ci ho pensato due volte, ho chiamato una persona che senza sapere cosa dovevamo fare e dove saremmo andati a finire ci ha dato il suo sostegno incondizionato. Ancora oggi è il main sponsor del Giro. È Maurizio Verri (insieme al socio Roberto Teruzzi) della Virtual Image.

Andrea Leoni e Maura Macchi, come avete fatto a conoscervi?

M. “Abbiamo la stessa passione per la bici ed entrambi siamo Direttori di Corsa. Ci siamo conosciuti “sul campo” nel 2007”.

Edizione 2012: quali sono le principali novità rispetto alle precedenti?

A. “Quest’anno la parola d’ordine è promozione! Con questa indicazione il nostro ufficio di Comunicazione nella persona di Fabio Pennella ha dato il via ad una serie di contatti che hanno dato il via a un progetto di partnership con ANMIL e con AISM. Due importanti realtà nel mondo della disabilità che hanno dalla loro molto tesserati che per un motivo o per l’altro non praticano sport e che vorremmo si avvicinassero proprio venendo a vedere le tappe del Giro e provando l’handbike con l’ausilio ti tecnici e preparatori qualificati”.

Guardando la planimetria, quale è la tappa più impegnativa?

M. “Sicuramente la più impegnativa sarà quella di Olgiate Olona che è caratterizzata da un percorso con molti sali/scendi e molto tecnico nel passaggio cittadino corrispondente con il centro storico.

Pensate che il paraciclismo in Italia sia in crescita (in termini di partecipanti, attrazione degli sponsor…)?

A “Sicuramente sì. Grazie al Giro è da tre anni almeno che se ne parla in un certo modo. Visibilità e partecipanti aumentano di anno in anno e questo è un indice di crescita molto importante. Anche gli sponsor iniziano ad accorgersi di noi. Purtroppo il periodo finanziario che attraversiamo non ci è d’aiuto ma apprezziamo gli sforzi che sono rivolti a questo sport e al Giro”.

Cosa pensate dell’attenzione mediatica per il paraciclismo in generale e nello specifico per il Giro d’Italia Handbike?

M. “Quest’anno grazie alla partnerschip con Rai News potremo avere un canale dedicato alla promozione dello sport, del Giro e anche dei nostri atleti. Che hanno tante storie da raccontare non solo legate alla loro malattia o al loro infortunio. Ma vere storia di vita che tutti i giorni fanno sì che siano sempre in prima linea così nella vita che nello sport. L’attenzione che i media ci daranno è sicuramente molto importante per poter chiudere un cerchio fondamentale che permetta al maggior numero di persone possibili di sapere che esistiamo e che esiste lo sport anche per persone con disabilità”.

Quali sono i principali problemi nell’organizzare una manifestazione sportiva di questo genere? Le istituzioni, come rispondono?

A. “Bisogna prestare attenzione a molte cose. Innanzi tutto alla sicurezza per i corridori. Quindi ricercare percorsi che siano alla portata di tutti gli atleti, chiusi al traffico e possibilmente non distanti dai centri cittadini. Perché lo sport deve trovare vita all’interno di essi e non in luoghi periferici. Fortunatamente le istituzioni locali ci danno sempre una grossa mano essendo comunque una manifestazione di forte sensibilizzazione”.

L’Italia, come si presenta nel panorama mondiale dell’hanbike? Gli atleti sono competitivi?

M. “Abbiamo ottimi atleti di alto profilo che quest’anno concorreranno alle Paralimpiadi di Londra. Atleti che nel panorama Mondiale hanno già conseguito a titoli Europei e Mondiali. Sicuramente l’Italia, anche nell’handbike, non ha nulla da invidiare alle altre Nazioni”.

In Italia, quali sono (e se ci sono) gli altri eventi internazionali importanti come il Vostro?

A. “Il Giro ha la particolarità di essere l’unico evento – di questo tipo – in Italia e in Europa. Esistono altre manifestazioni di interesse Internazionale che fanno riferimento all’UCI e che richiamano anche atleti di altre Nazioni. Cosa che si spera possa accadere in futuro anche per il Giro.

Quale può essere il futuro dell’handike e del paraciclismo? Pensate che questo sport sia
ormai sdoganato?

M. “Sicuramente i tempi sono cambiati e grazie alla visibilità che stiamo cercando di dare l’intenzione è proprio quella di integrare queste discipline a quelle per i normodotati. La speranza – in un futuro spero non troppo lontano – è che le Olimpiadi siano un unico evento per TUTTI gli sport e discipline”.

Secondo voi, in Italia, il settore giovanile si sta muovendo? Alle spalle di Zanardi, Podestà, (giusto per fare qualche nome) ci sono nuovi talenti che si stanno mettendo in mostra?

M. “Dietro ai nomi di spicco che ha fatto ci sono molti giovani che hanno voglia e possibilità. Molti di questi prenderanno il via al prossimo Giro e molti alti saranno chiamati ad indossare la Maglia Azzurra”.

E’ possibile vedere in futuro qualche tappa del Giro d’Italia Handbike anche all’estero, così come accade per il Giro d’Italia pro?

A. “Il futuro non è poi così lontano. Siamo già in contatto con Nazioni interessate ad avere una tappa. Ovviamente per la particolarità degli atleti non possiamo permetterci trasferimenti onerosi in termini di tempo e spese. Ma credo che una scappata all’estero sarà molto prossima”.

Filippo Ghialamberti

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Posted by redazione web on mar 17 2012. Filed under featured, interessanti, manifestazioni, news. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

1 Comment for “Leoni e Macchi: “Così è nato il Giro d’Italia Handbike””

  1. Fantasticooooooooo viva il Girooooooooooooooooo

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