Zanardi e Macchi aprono la cerimonia della Piacenza Paracycling
CASTEL SAN GIOVANNI, 29 maggio 2010 – “Ho sempre vissuto la vita ai limiti, giocando e divertendomi. Certo, quando adesso faccio delle battute o racconto delle barzellette, la gente mi guarda stupita, come se non fosse concepibile che io abbia ancora voglia di vivere e scherzare. Per un certo periodo, dopo l’incidente, mi sono sentito un mix tra Padre Pio e Raffaella Carrà: ero sempre in televisione e la gente mi toccava come se potessi miracolarla”. A sentirlo parlare, Alex Zanardi da Castel Maggiore (Bologna), ti riempie il cuore, ti infonde tranquillità e forza. La sua sfortunata storia la conoscono ormai tutti, ma il campione bolognese la racconta con la solita tranquillità e consapevolezza, senza disdegnare qualche battuta anche autoironica, davanti al folto pubblico della cerimonia inaugurale della II° Piacenza Paracycling Cup, svoltasi venerdì sera in Piazza Casaroli a Castel San Giovanni, anticipata dalla sfilata multicolore con gli atleti delle varie nazioni partecipanti.
La gara è già un successo prima di iniziare. Duecento atleti provenienti da tutte le parti del mondo, si sfideranno tra sabato e domenica, in linea e a cronometro, sulle strade di Castel San Giovanni, Piacenza e Gossolengo. Un evento unico in Italia, nel panorama del paraciclismo, che torna nel nostro territorio dopo la splendida prima edizione dello scorso anno, quando sulle strade piacentine abbiamo assistito a lezioni di sport e di vita. “E’ un grande onore avervi qui con noi – saluta i partecipanti dal palco, il Sindaco di Castel San Giovanni, Carlo Capelli – Ci date un grande esempio di forza, di coraggio e di voglia di vivere, oltre ad offrirci uno spettacolo sportivo di altissimo livello”. Parole riprese dagli assessori comunali Elena Marzi e Valentina Stragliati e dal Presidente provinciale del CONI, Stefano Teragni. “Un ringraziamento a tutta la macchina organizzativa – afferma l’Assessore provinciale Sergio Bursi – è un evento molto importante per il nostro territorio, anche da un punto di vista della promozione turistica e la Provincia l’ha sostenuto da subito”.
Fabrizio Macchi, campione del mondo e recordman dell’ora, ha un’altra storia da raccontare, fatta di sofferenza fin da giovane, ma con un finale simile a quello di Zanardi: tanta determinazione che ha portato al successo e a vivere una vita da campione. “Perché la vita merita di essere vissuta fino in fondo, non bisogna mai mollare. Non voglio insegnare niente a nessuno, spero con le mie parole e con il mio libro, scritto per dare testimonianza a mio figlio della mia storia, di poter aiutare qualcuno nei momenti difficili della vita”.
Macchi e Zanardi, due ragazzi come tanti, che nella sfortuna hanno avuto la forza di vincere la loro sfida con la vita, scendono dal palco insieme, salutano e vanno a dormire (ma prima c’è la passerella tra i tifosi che acclamano e chiedono autografi): oggi e domani c’è un’altra pagina di storia da scrivere.
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